Finalmente è giunta l’ora di usufruire del secondo GustaPremio, inutile dire che anche questo locale lo avevo nel mirino già da tempo e quando è comparso nella lista dei premi non ho saputo resistere, sembra quasi che GM mi legga nel pensiero
l’agriturismo è composto da una casa colonica dei primi dell’ottocento, ristrutturata mantenendo lo stile originale, e da quelli che una volta erano adibiti a fienile e granaio, a creare la classica corte a U tipica di quell’epoca
oltre ad essere molto bella, la struttura e l’annesso podere hanno alle spalle una storia millenaria, infatti se ne hanno notizie già dai primi del 900 quando era possedimento del Monastero femminile di Santa Giulia di Brescia, successivamente diventata dimora dei Signori di San Marco vassalli della contessa Matilde di Canossa, poi dopo varie vicessitudini ai primi ‘800 divenne possedimento dell’Opera Pia, che lo ingrandì e lo abbellì con affreschi ai soffitti di stile romantico, tuttora presenti, per poi passare dal 1935 alla famiglia Grimandi
come se tutto questo non bastasse l’agriturismo è anche fattoria didattica, Museo della Civiltà Contadina e B&B con vendita diretta di prodotti aziendali
ma veniamo al racconto della serata, arriviamo puntuali all’orario prestabilito e veniamo fatti accomodare in una saletta molto rustica, proprio vicino al camino acceso, alle pareti sono appesi un’infinità di paioli in rame e antichi attrezzi del mestiere contadino; nell’angolo opposto non posso far a meno di notare un altro enorme camino, sarà almeno due metri e mezzo per uno, all’interno dei calderoni appesi mi fanno affermare in tutta sicurezza che in epoche meno “comode” era sicuramente adibito a cucina
oltre a noi c’è un altro tavolo da 6 e poco dopo si unirà un’allegra combricola di 10 pensionati intenti a festeggiare un’anniversario di matrimonio
appena seduti ci viene subito chiesto cosa gradivamo da bere, scegliamo una bottiglia d’ acqua, che a fine serata diventeranno due, e una bottiglia di lambrusco grasparossa Boccadiferro della casa, secco, frizzante e con un boccato leggermente amarognolo, io preferisco quelli più amabili, ma comunque un buon Lambro
dopo qualche minuto d’attesa si comincia con antipasti freddi composti da mortazza a cubetti, salame nostrano e pecorino semistagionato abbinato a una confettura extra di pomodori rossi semplicemente strepitosa, che a fine cena non potrò esimermi dal portarne a casa un paio di vasetti al costo aggiuntivo di 4 eurini l’uno; il tutto accompagnato da piccoli gnocchini fritti, e da un cestino con sfogliatine al sale grosso, piccoli panini e gnocco ingrassato con pancetta, tutto fatto in casa
dopo un’inizio col botto si passa al secondo step, antipasti caldi , crostino con crema di funghi, spettacolare, un’ottimo erbazzone e un’altrettanto ottimo triangolino di frittatina
qualche minuto di riposo e vengono servite le portate principali
tortelloni di ricotta conditi con un velo di panna e pomodoro, pasta fatta a mano della giusta consistenza, ripieno freschissimo e sugo delicato e gradevole; successivamente si prosegue con lasagne ripiene ai carciofi, sminuzzati e morbidissimi, assolutamente privi di quelle parti dure e stoppose che ogni tanto ti trovi a dover sgradevolmente masticare
le porzioni sono abbondanti e già a questo punto potremmo ritenerci soddisfatti, ma invece siamo solo a metà, fortunatamente i tempi di servizio sono gestiti ottimamente e ti consentono di riprendere fiato tra una portata e l’altra, impedendo così il classico effetto tappo dovuto al tracannamento rapido e prolungato di cibarie
il secondo è composto da mezzo stinco di maiale e guanciale di vitello al forno, veramente spettacolari, entrambe si scioglievano letteralmente in bocca, accompagnato da piccole patate al forno, a mio avviso leggermente troppo secche, mentre per la Sabry buonissime, e da pomodori e melanzane grigliate, quest’ultimi messi sott’ olio e con una punta d’ aceto, buoni entrambe
arrivati a questo punto non c’è più spazio neanche per uno spillo, dopo aver allentato il primo buco della cintura dopo gli antipasti, il secondo a metà cena, mi vedo costretto a mollare completamente gli ormeggi, e quella che un paio d’ore prima serviva per tenere al coperto le mutande, adesso è semplicemente un’ornamento al mio “vitino da vespa”
fortunatamente i dolci non sono eccessivamente abbondanti, non avrei mai pensato di poter dire una cosa del genere , e sono composti da quadratini di torta farcita con crema al limone, torta al cioccolato e crostata di amarene, assaggerò solo quest’ultima, non avrei mai pensato di poter fare una cosa del genere , ottima e fragrante come anche le altre, almeno credo…
adesso però urge un digestivo, ivo, ivo, il gestore ci porterà una bottiglia di Sgorgone al basilico, una specie di limoncino chiaramente fatto con l’omonima pianta aromatica, non eccessivamente alcolico ma molto gradevole, sicuramente gradito ai palati femminili, una bottiglia di Pandorino, estratto dal vaso di Pandora, un’enorme anfora di vetro dove vengono messi a macerare vari tipi di frutta, dalla quale ogni anno se ne toglie una parte che viene poi rabboccata con alcol fresco, un procedimento simile a quello utilizzato per fare l’ aceto balsamico, per finire una boccia di Prugnolino, quest’ultimo, a mio avviso troppo alcolico non mi ha fatto impazzire
dopo circa due ore la serata volge al termine, un paio di chiacchere con il gestore e poi via verso casa soddisfatti, appagati e contenti di aver trovato un altro posticino da inserire nella lista dei preferiti
nonostante la notevole scorpacciata la nottata è passata tranquillamente, segno tangibile della qualità e della genuinità dei prodotti utilizzati
per dover di cronaca devo dire che, come riportato nella brochure presente al tavolo, il prezzo delle libagioni bevande escluse ( liquori compresi) è di 33 euro a testa, quindi con una bottiglia di vino e una d’acqua in due, si partirà da un minimo di 38
questa sera comunque non posso che dare 5 CAPPELLI!
Imperdibile!!!
[Zemian]
26/11/2012
Un buon motivo in più per provare...
Diciamo che il pranzo è stato "sostanzioso & concreto"... per evitare le solite scene tragicomiche della cintura ci sono 2 soluzioni: o passare alle bretelle (mi raccomando, quelle strettine color nocciola da Zio) oppure farsi tatuare una bella cintura nel girovita (così si maschera anche l'ombelico peloso inglobandolo in una fantasiosa fibbia colorata).
Ti credo sulla parola che eri pieno... se non hai accettato il secondo e terzo round di dolci...
Tra i fine pasto mi incurioscisce particolarmente il Pandorino... mai sentito nominare e mai assaggiato una cosa simile.